"Questa canzone è nata in quel luogo e in quel momento, e in modo assoluto, per noi indiscutibilmente, con la foresta nebulare e tutti i suoi abitanti - i suoi fiumi, i suoi funghi, i suoi uccelli, le sue creature, la sua nebbia, le sue storie, il suo possibile futuro - come nostri co-autori, come co-creatori". Robert Macfarlane
Avevano detto che ci avrebbero provato e lo hanno fatto.
Nell’ottobre del 2024, la micologa Giuliana Furci, lo scrittore Robert Macfarlane, l'attivista legale César Rodríguez-Garavito e il musicista Cosmo Sheldrake hanno presentato una petizione all'ufficio ecuadoregno per il copyright per depositare il titolo di una canzone. Fin qui nulla di strano, se non fosse che tra i firmatari della petizione risultava anche la foresta di Los Cedros: la petizione chiedeva che questa fosse formalmente riconosciuta come co-creatrice della canzone, composta durante una spedizione lungo il Rio de Los Cedros in Ecuador un paio d’anni prima.
In quell’occasione, durante una sosta attorno al fuoco, ispirati dall’atmosfera nebulare della foresta, i quattro ricercatori avevano cominciato a canticchiare parole e melodie, mentre Sheldrake registrava i suoni della vegetazione e con un’applicazione del telefono montava insieme versi umani e non umani. Il risultato fu un’esperienza musicale totalmente immersiva che incorporava voci umane, versi di tucano barbuto, richiami di pipistrelli, scimmie urlatrici, grilli, foglie fruscianti e una registrazione sotterranea del punto in cui era stata individuata una nuova specie di fungo.
Quell’esperienza unica di co-creazione musicale tra uomo e foresta divenne “Song of the Cedars” prodotta in seguito da Sheldrake e rilasciata dalla MOTH Records, un'etichetta nata dal MOTH Life Collective, che propone musica creata in collaborazione con il mondo vivente1.
“I paesaggi sonori di uno specifico ecosistema sono unici e la somma di tutti i suoni e i rumori può essere pensata come la “voce” di quel luogo. In un ecosistema sano, le specie si sono evolute in modo tale che tutte comunicano e vocalizzano senza sovrastarsi a vicenda, lasciandosi spazio l’una con l’altra nel tempo e nella frequenza, creando una ricca polifonia. Questa è la voce viva della foresta di Los Cedros”. Cosmo Sheldrake
L’ascolto vale più di mille parole:
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