
La via naturale alla creatività
Ogni storia di creatività inibita è diversa dalle altre ma tutte sembrano avere in comune la stessa paura: quella di essere se stessi. Ancora una volta, la Natura sa curare le ferite dell’anima.
Continuamente seguiamo orme e ne lasciamo a nostra volta. Alcune portano ai margini del Bosco e qui si dividono: qualche traccia attraversa la Soglia ed entra, qualche altra prende a disegnare il perimetro del bosco in attesa del momento giusto – del coraggio, della spinta, della chiamata.
In ogni bosco ci si imbatte, prima o poi, in una radura. Dopo ore di cammino nella penombra fitta di alberi, uno spazio luminoso si apre improvviso. La luce può persino accecare nei primi istanti, quando gli occhi sono ormai abituati ai soli contorni delle cose.
Se il bosco è luogo di mistero da decifrare dove il non conosciuto si traveste di forme archetipiche, di sentieri impervi e incontri iniziatici, la radura è la sosta necessaria dove l’intuizione può giocare con il materiale emerso dal micelio di Psiche.
Ogni storia di creatività inibita è diversa dalle altre ma tutte sembrano avere in comune la stessa paura: quella di essere se stessi. Ancora una volta, la Natura sa curare le ferite dell’anima.
Facciamo un gioco? Trovare le analogie tra monocoltura e stile di pensiero. Ma poi dovremo anche decidere che finale vogliamo.
Soglia è ogni luogotempo del non più e del non ancora. In natura gli habitat di soglia sono zone di transizione tra ecosistemi vicini, e nella vita?
La fobia del rimpianto ci strappa da un abbraccio salvifico: quello della nostalgia. Se solo non temessimo di guardarci indietro!
Finchè il sistema capitalistico non viene messo in discussione, l’ecologista e l’ecocida saranno speculari e necessari l’uno all’altro – come il salvatore e il persecutore nella dinamica triangolare con la vittima.
Non possiamo cambiare ciò che è stato, ma possiamo scrivere una nuova narrazione nella quale le prove acquisiscono senso e trovano il sostegno che era mancato.