“I began to grow beauty around the wound, not to erase it, but to tend it as sacred ground.
I scattered seeds into the raw earth of myself
and began weaving mycelium through the soil of that hurt,
delicate threads spun with intention, each one calling the wound back into the chorus of the body.
Filaments reached outward, linking hurt to heart, scar to skin, drawing the severed parts into communion.
The wound did not vanish. It became threaded with meaning, rooted in the living whole”.
“Ho iniziato a coltivare bellezza intorno alla ferita, non per cancellarla, ma per custodirla come terreno sacro.
Ho sparso semi nella terra cruda di me stessa e iniziato a tessere micelio attraverso il terreno di quel taglio, fili delicati intrecciati con intenzione, ognuno dei quali richiamava la ferita nel coro del corpo.
I filamenti si estendevano, collegando il dolore al cuore, la cicatrice alla pelle, mettendo in comunione le parti recise.
La ferita non è scomparsa. Si è intrecciata di significato, radicata nell’insieme vivente”.
Brigit Anna McNeill

“Sometimes I wonder, if gardening is the old way to pray, kneeling on the soft alive earth, pressing life into death and rebirth. Having faith in our tomorrows and the magic of this living world. The dirt under my fingernails speaks in a language older than words, darker than the loam I’ve turned this morning. Each seed I plant carries the feel of my Grandmother’s hands, her mother’s before that—generations of women who understood that hope requires burial first. Each seed pressed into the dark loam is both surrender and celebration, a small round promise we make with the future. Each tiny kernel nestled into soil carries a covenant between your fingers and the earth, a promise exchanged without words. I’ve come to understand that this act is prayer in its purest form—not words spoken to the air, but intentions manifested through our hands. The earth holds secrets better than any confession booth. It transforms every failure into compost, every ending into beginning”.
“A volte mi chiedo se il giardinaggio sia il vecchio modo di pregare, inginocchiandosi sulla terra morbida e viva, spingendo la vita nella morte e nella rinascita. Avere fede nel nostro domani e nella magia di questo mondo vivente. La terra sotto le mie unghie parla una lingua più antica delle parole, più scura del terriccio che ho rivoltato stamattina. Ogni seme che pianto porta con sé la sensazione delle mani di mia nonna e prima ancora di sua madre – generazioni di donne che hanno capito che la speranza richiede prima la sepoltura. Ogni seme premuto nel terriccio scuro è sia resa che celebrazione, una piccola promessa rotonda che facciamo al futuro. Ogni minuscolo chicco annidato nel terreno porta con sé un patto tra le dita e la terra, una promessa scambiata senza parole. Ho capito che questo atto è preghiera nella sua forma più pura: non parole pronunciate all’aria, ma intenzioni manifestate attraverso le nostre mani. La terra custodisce segreti meglio di qualsiasi confessionale. Trasforma ogni fallimento in compost, ogni fine in inizio”.
Brigit Anna McNeill
Brigit Anna McNeill è scrittrice, ecopsicoterapeuta, guida, botanica, raccoglitrice, erborista, naturalista e madre. Qui il suo sito.
Mycelica®
Torna alle Ecopoetiche
2 risposte
Mi hanno veramente toccato la poesia di Brigit A. M. ‘Coltivare bellezza’ e l’immagine del giardinaggio-preghiera. Bellissime, profonde e ‘spaziose’: un balsamo per l’anima alla ricerca…
Grazie per il dono e per l’ottima traduzione!
Ha scritto due libri, ma non sono ancora stati tradotti in italiano. Molte delle sue creazioni sono disponibili nel suo sito (https://brigitannamcneill.substack.com/) o nella sua pagina FB. Grazie del commento 🙂