“Come prima con il proprio logos l’ha guastata, ora con esso desidera ripararla ma sempre tentando di dominarla e convinto che questo sia l’atteggiamento migliore”. Maciej Bielawski 1
Che cosa s’intende per “visione ecosofica”?
L’ecosofia è l’evoluzione dell’ecologia. È un’ecologia che da teoria (logos) si fa saggezza incarnata (sophia). Se nel logos il soggetto che conosce (l’essere umano) è distinto dall’oggetto che viene indagato (il mondo naturale), nella sophia questa separazione decade: umano e natura non sono più intesi come entità distinte in relazione tra loro ma come processi viventi di un’unica rete animata, come movimenti emergenti di una stessa danza.
Se nel logos l’essere umano si colloca al vertice della piramide o al centro del mondo naturale (visione antropocentrica), nella sophia al centro viene messo il sistema vivente di cui l’essere umano è parte (visione ecocentrica). L’ambiente smette di essere il palcoscenico dell’azione umana e assume un valore in sé, svincolato dalla sua utilità per l’uomo, che ora è un ramo tra gli altri nel grande albero della Vita.
Se l’ecologia – per questo definita di superficie – lotta contro l’inquinamento e l’esaurimento di risorse per tenere in vita un sistema che privilegia la salute e la ricchezza dei paesi “sviluppati”, l’ecosofia – o ecologia profonda” – lavora per un cambiamento radicale di mentalità, di approccio, di comportamento e di linguaggio, per realizzare un armonico equilibrio tra le parti e dell’insieme.
Nell’ecologia “permane un atteggiamento antropocentrico che continua a considerare la natura un oggetto della conoscenza scientifica da parte dell’astuzia razionale umana, un habitat, una risorsa o cumulo di risorse da sfruttare, anche se “nel miglior modo possibile” , perché possa continuare a darci i suoi frutti. Non si prende minimamente in considerazione, ad esempio, che la Natura stessa in quanto “s-oggetto”, possa risolvere il problema, e non il logos umano o la tecnocrazia: l’ecologia rischia di chiudersi nel catastrofismo o nell’attivismo fine a se stesso”. Enrico Falbo 2
Sono almeno due gli aspetti che danno profondità a questa nuova visione:
Il primo è la critica al sistema capitalistico, senza la quale – per citare Chico Mendes – l’ambientalismo è puro giardinaggio.
Un’ecologia che punti a ridurre i danni senza agire sulle cause non solo non raggiungerà i suoi obiettivi ma colluderà con il sistema che causa devastazione ambientale, crescente disparità tra ricchi e poveri e impoverimento culturale. Un esempio è il fenomeno del greenwashing, l’ecologismo di facciata con cui le aziende si mostrano attente all’ambiente per attrarre consumatori o per affrancarsi dalla fama di impattare negativamente con sostanze inquinanti ecc. Finchè il sistema capitalistico non viene messo in discussione, l’ecologista e l’ecocida saranno speculari e necessari l’uno all’altro – come il salvatore e il persecutore nella dinamica triangolare con la vittima.
Il secondo, strettamente legato al primo, è il richiamo ad un radicale lavoro su di sé, in termini di presa di coscienza di come ci relazioniamo al mondo naturale. Questa è l’anima più “spirituale” dell’ecosofia, che non a caso trova riferimento nella saggezza dei popoli indigeni, nelle tradizioni filosofiche orientali, nel buddismo, nel pensiero femminista ispirato alle origini matrifocali delle culture moderne. Vie diverse che si incontrano su alcuni fondamenti comuni: il rispetto di tutti gli esseri viventi, il ritorno ad una visione circolare e ciclica dell’esistenza in linea con i ritmi naturali; infine un senso di responsabilità verso tutto ciò che esiste non perché strumentalmente utile alla vita umana ma perché – a seconda della prospettiva – meritevole, amabile, sacro, sistemico.
In questa visione dunque convergono ambienti scientifici, culturali, spirituali, artistici: dal pensiero sistemico avanzato, all’ecopsicologia, all’ecoteologia, all’agroecologia, al buddismo, all’ecofemminismo; ciascuno mantiene la propria specificità mentre si riconosce e incontra gli altri nella ispir-azione comune.
“Il futuro della scienza consiste nel saper esplorare lo spazio vuoto che c’è tra una scienza e l’altra”. (Norbert Wiener, creatore della cibernetica)

Per offrire un esempio di come questo sia possibile, prendiamo a prestito dalla filosofia induista le tre vie possibili per giungere alla realizzazione:
– la via della saggezza (studiando per colmare l’ignoranza fondamentale, quella che ci fa credere di essere separati dalla realtà);
– la via della devozione (dedicando l’esistenza all’amore per il divino)
– la via dell’azione (portando la meditazione in qualunque azione, senza attaccamento al suo risultato).
L’ecosofia chiama all’appello tutte le 3 vie e si fa casa per chiunque percorra l’una o l’altra. In fondo la fisica quantistica, la teoria dei sistemi e della complessità possono essere considerate vie di conoscenza: è grazie a queste se oggi possiamo poggiare su basi scientifiche concetti olistici come la rete sistemica della vita, se sappiamo che l’insieme è più della somma delle parti. I movimenti pacifisti, ecofemministi, possono essere considerati vie d’azione ispirate ai valori della parità. La vita dei popoli indigeni è una lezione di coesistenza armonica e di amore per la terra. Ma lo è anche la ricchissima ispirazione letteraria e poetica che si rivolge alla natura.
Mycelica si sente parte di questa visione e si offre a sua volta come un nodo pulsante nella trama vivente, provando a dare parola ai movimenti e alla bellezza di questa danza. Lo fa a volte con articoli di taglio scientifico, altre volte con versi di bosco, con miti e fiabe verdi, con storie di spiritualità incarnata, con testimonianze di studio, di lotta e di amore per la terra.
Racconteremo chi sono i protagonisti di questa nuova visione ecologica: da chi è stata ispirata, fondata scientificamente e filosoficamente e resa una via di realizzazione individuale e collettiva.
“In passato, cambiare sé stessi e cambiare il mondo erano spesso considerati sforzi separati e visti in termini di aut-aut. Ma nella storia della Grande Svolta, sono riconosciuti come reciprocamente rafforzanti ed essenziali l’uno per l’altro”. Joanna Macy 3
Mycelica®
1 Bielawski M., Atteggiamento ecosofico, Streetlib 2015
2 Falbo E., Dall’ecologia all’Ecosofia. La strada per la nuova innocenza, bmagazine
3 Macy J., Johnstone C., Speranza attiva. Per un attivismo consapevole e nonviolento, in grado di far crescere la coscienza e arginare il degrado del pianeta, Terra Nuova 2021