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Il cuore conserva ciò che l’orecchio ha inteso” (proverbio africano del Mayombe)

La nostra è una cultura prevalentemente visiva. Sebbene guardare non significhi automaticamente vedere, la vista è il nostro canale sensoriale preferenziale. Guardiamo quando vogliamo capire, decifrare, apprezzare, controllare. E “non crediamo ai nostri occhi”, giustamente, quando non ci capacitiamo di qualcosa.

Ma la vista rileva solo parte delle informazioni disponibili ai sensi. Quando chiudiamo gli occhi, o quando la fonte di informazione non è visibile, l’attenzione seleziona l’udito scoprendo una varietà di dettagli che altrimenti non coglieremmo. Sfumature sonore, microaggiustamenti, increspature di voce: un vero sottotesto che aggiunge elementi alla storia.

Mentre la vista finalmente riposa, il paesaggio immaginale si arricchisce di particolari.

Per questo alcune storie ci piace sussurrarle all’orecchio.

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