Storie di fioriture dopo lunghi inverni dell’anima. Narrazioni medicinali. Prose scientifiche. Ecopoetiche selvatiche…

Non poteva essere che la filosofia a proporre una nuova visione della relazione uomo-ambiente: da antropocentrica ad ecocentrica…

Abbiamo bisogno di storie. Per sapere di non essere soli, per illuminare i passi e farne trame leggibili: “Sono qui, siamo qui”.

Storie per ancorarci alla grande narrazione dell’esistenza; per placare la domanda di senso che ci insegue e precede come un’ombra. Per addomesticare le forze invisibili che ci agitano finché non trovano parole per essere dette e corpi per essere amate. Ne abbiamo bisogno come individui e come comunità, per rianimare relazioni che in tempi di disconnessione dalla terra e da noi stessi tengano insieme ecologia, salute, cultura e spiritualità.

Mycelica racconta storie che curano, ispirano, connettono. Lo fa dal sottosuolo, dove sembra che nulla accada e luogo invece di miracolosi intrecci e gestazioni cicliche. I suoi filamenti si offrono a ricucire antiche lacerazioni: tra umano e natura, tra umano e umano, tra umano e oltre.

Sono storie di esplorazioni dove i confini di sé si confondono con gli orizzonti geografici. Storie di fioriture dopo lunghi inverni dell’anima. Miti e fiabe che continuano a parlarci oggi come cent’anni fa come tra cent’anni. Narrazioni medicinali. Prose scientifiche. Ecopoetiche selvatiche.

A connettere le storie non un filo conduttore ma un micelio di fili. Che si espande nel terreno a cercare radici da intrecciare disegnando arabeschi che nutrono e informano, informano e nutrono.

Buona lettura.

"Se il coraggio e l'audacia sono i muscoli della spinta spirituale che aiuta una persona a raggiungere la pienezza, allora le storie ne sono le ossa".
Clarissa Pinkola Estes, I desideri dell’anima, 
Sperling & Kupfer 2016

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